Salita al colle di San Giusto con vista panoramica sulla città, resti archeologici di epoca romana (Basilica, Foro, Propileo di accesso alla zona sacra, Teatro), Cattedrale e Castello (solo esterni). Ampio giro città per ammirarne la rinascita a seguito della proclamazione a porto franco nel 1719: la ricchezza dei palazzi del Borgo Teresiano, la magnificenza delle Chiese ortodosse e protestanti, la Sinagoga, il “salotto buono” di Piazza Unità.
Conoscere Trieste significa anzitutto salire sul colle di San Giusto, da dove si gode uno splendido panorama, per comprendere la storia più antica della città: gli scavi archeologici (Basilica, Foro, Propileo di accesso alla zona sacra, Teatro e Arco di Riccardo) ne testimoniano la nascita in epoca romana, mentre la Cattedrale ed il Castello documentano rispettivamente il fulgore medioevale e le difficili vicende d’epoca moderna. Con la proclamazione a porto franco (1719) Trieste inizia una nuova stagione. La ricchezza degli imprenditori, spesso stranieri, che la eleggono a seconda patria si ammira nei palazzi del borgo Teresiano, nella magnifi cenza delle chiese ortodosse e protestanti, nella sinagoga, nel “salotto buono” di Piazza Unità e nella residenza-museo del barone Revoltella.
Tuttavia, “Trieste ha una scontrosa grazia” – per citare le parole del poeta Umberto Saba, suo figlio illustre – e, allora, bisogna andare a ricercare il suo fascino nei caffè storici, nelle stradine del ghetto, nelle architetture Liberty oppure seguire (con appositi itinerari) le orme dei letterati Umberto Saba, Italo Svevo e James Joyce. La visita alla Risiera di San Sabba e alla foiba di Basovizza permette, infine di cogliere alcuni aspetti della travagliata storia del Novecento, non solo locale. Dal centro città, si può raggiungere Muggia. Ultimo esempio di cittadina istro-veneta ancora in territorio italiano, offre al visitatore l’opportunità di passeggiare tra calli e campielli in un’atmosfera tipicamente veneta e, per un certo verso, fuori dal tempo.